Le grotte del Caudano furono scoperte nel dicembre 1898 durante la costruzione del serbatoio per l'acquedotto della centrale idroelettrica di Frabosa Sottana. Si intendeva utilizzare la sorgente che appena uscita dalla rupe andava a perdersi nel torrente Maudagna dopo poche decine di metri.
Ci si accorse però che la fenditura da cui scaturiva l'acqua, internandosi nella montagna, si allargava in modo tale che un uomo avrebbe potuto penetrarvi. Fu ben presto allestita una squadra d'esplorazione, capeggiata dall'Ing. Vittorio Cav. Trona, che risalì il piccolo corso d'acqua sotterraneo fino a scoprire un'ampia cavità ricchissima di concrezioni calcaree, alla quale seguivano altri numerosi antri comunicanti fra loro.
Dopo un'approfondita e accurata esplorazione da parte di alcuni esperti in materia, non si esitò a giudicare le grotte del Caudano le più estese d'Italia e le più ricche di stalattiti e stalagmiti. Le grotte del Caudano, fin dalla scoperta, furono oggetto di mistero e curiosità; si cercò pertanto di renderle visitabili tracciando una via interna in modo da agevolarne il percorso e furono numerosi i visitatori nei primi anni del ‘900.
Nel 1992 il Comune effettuò imponenti lavori per la valorizzazione turistica. In questa occasione fu installato un impianto elettrico in modo da illuminare completamente il ramo turistico e fu rivisto il percorso interno con la messa in opera di scale e passerelle in ferro zincato.
Dal gennaio 2006 le grotte del Caudano sono passate in gestione all'Associazione Turistica Mondolé e sono aperte tutto l’anno con un buon successo di pubblico e numerosi consensi da parte di gruppi speleologici, associazioni culturali, scuole e testate giornalistiche regionali e nazionali.